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2022-12-07 16:36:32 By : Ms. Eva Ho

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Un recente studio condotto da scienziati cinesi ha dimostrato l’efficacia di un nuovo cerotto per la rigenerazione dei follicoli piliferi, che potrebbe aiutare a risolvere una forma comune di perdita di capelli. I microaghi del cerotto sono stati usati su topi calvi e hanno prodotto la crescita di nuovi capelli.

Il dispositivo agisce contrastando i danni ai follicoli causati dallo stress ossidativo, e produce capelli più folti e spessi rispetto ad altri metodi disponibili.

Il primo obiettivo di questa ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Nano Letters (ve la linko qui)? È il tipo più comune di caduta dei capelli, l'alopecia androgenetica. In breve, si ritiene che lo stress ossidativo sia una causa chiave per questa condizione, causando danni alle cellule responsabili della crescita dei follicoli. 

Lo scorso anno, gli scienziati hanno dimostrato un altro cerotto a microaghi che ha mostrato i primi, promettenti risultati nei modelli murini con alopecia androgenetica. Quel cerotto funzionava attraverso il rilascio di quelli che gli scienziati chiamano nanozimi, enzimi artificiali progettati per imitare il comportamento di alcuni enzimi nel corpo. 

Oggi, gli autori del nuovo studio affermano di aver fatto un grosso passo avanti nella progettazione di questi nanozimi grazie ad un protagonista assoluto della scena tecnologica. Chi è? Si tratta del machine learning (per gli amici italiani: apprendimento automatico).

Il team di ricerca ha usato l’apprendimento automatico per selezionare in modo efficiente 91 diversi nanozimi candidati, e prevedere quale di questi può neutralizzare gli effetti ossidativi nel corpo. Il composto “vincente” (il tiofosfato di manganese) è stato testato su cellule della pelle umana, mostrando un’importante efficacia.

A quel punto, gli scienziati hanno creato un cerotto a microaghi contenente questo composto: l’obiettivo? Diffonderlo in profondità nella pelle. I test, sui topi, hanno prodotto la rigenerazione dei follicoli piliferi in 13 giorni, con conseguente ricrescita di capelli più forti e densi. Molto più di quelli nei topi trattati con gli attuali rimedi conosciuti (testosterone o minoxidil).

In sintesi, due piccioni con una fava. Di certo ancora un passo, forse decisivo, verso trattamenti di nuova generazione contro la caduta dei capelli. Ma soprattutto, la dimostrazione di come il machine learning tornerà molto utile nella ricerca dei nanozimi che hanno infinite possibilità di curare il nostro corpo (dalla rigenerazione della pelle dopo una ferita al cancro).

Che dire? Non sarà mai troppo tardi quando questo problema sarà messo da parte.

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