Il retinolo è la vitamina A ed ecco perché è un potente antietà | il Salvagente

2022-12-07 16:41:20 By : Mr. henry yang

Il retinolo non è altro che una vitamina liposolubile, presente nel nostro organismo e in alcuni alimenti come la carne e il latte. Le vitamine liposolubili sono tutte quelle che possono essere accumulate nel fegato e non è dunque necessario assumerle con regolarità  attraverso i cibi. Il corpo le conserva e le rilascia a piccole dosi quando siano necessarie.

Si tratta di una delle più potenti molecole antietà, perché stimola il rinnovamento cellulare. Uno tra i tanti composti della vitamina A, il retinolo, insieme all’acido retinoico e ai carotenoidi, rientra nella regolazione di una serie di attività biologiche. Con il termine vitamina A si indicano il retinolo e i suoi analoghi, detti retinoidi, di cui si conoscono – naturali o sintetici – almeno 1.500 tipi diversi.

Come detto, il retinolo è implicato nel corretto svolgimento di numerosi processi biologici, quali:

Il retinolo viene assunto regolarmente con gli alimenti e proviene soprattutto da fonti nutrizionali di origine animale; può essere tuttavia sintetizzato a livello intestinale a partire dal β carotene (beta-carotene), un precursore di origine prevalentemente vegetale appartenente al vasto gruppo dei carotenoidi. Questo processo avviene grazie ad un enzima che, per ogni molecola di β carotene presa in elaborazione, ricava due unità di vitamina A.

La vitamina A viene immagazzinata nell’organismo nel fegato. Facciamo qualche cenno sui meccanismi di assorbimento e sul metabolismo del retinolo. In particolare, la prima fase del processo riguarda gli esteri: gli esteri del retinolo vengono idrolizzati dalle lipasi pancreatiche e dalle retinil-estere-idrolasi enteriche. Circa il 75% del retinolo ingerito viene assorbito per diffusione facilitata e per diffusione passiva. Il processo è influenzato sia dalla quantità che dalla qualità dei lipidi della dieta, oltre che dalla presenza di acidi biliari. Negli enterociti (cellule dell’intestino) il retinolo viene esterificato ed entra a far parte dei chilomicroni, che attraverso il circolo linfatico raggiungono la circolazione sanguigna e vanno al fegato, che contiene dal 50% all’80% del retinolo dell’organismo. Il retinolo epatico può essere così riversato nel circolo ematico, dove viene trasportato, come retinolo-BP associato alla prealbumina, fino ai tessuti.

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I livelli di assunzione raccomandati di vitamina A vengono indicati come retinolo equivalenti (RE). In particolare, i livelli di assunzione consigliati sono:

Come detto, la vitamina A è presente soprattutto negli alimenti di origine animale. La si trova, in particolare, nel fegato, nel latte e nei suoi derivati (burro e formaggio), nelle uova e nei crostacei. In molti alimenti di origine vegetale sono contenuti invece i carotenoidi, precursori della vitamina A: frutta e verdura di colore rosso, giallo e arancione (albicocche, carote, anguria, frutti di bosco, pomodori). Essendo la vitamina A sensibile al calore, molte delle sue caratteristiche vengono meno durante il processo di cottura dei cibi. Meglio dunque consumare cibi crudi o dopo averli sottoposti a una breve cottura.

Tra i cibi ricchi di beta-carotene si trovano principalmente i vegetali gialli, arancioni e rossi (carote, zucca, albicocche, patate dolci, meloni) ma anche le verdure a foglia verde scuro (spinaci, broccoli, cicoria, bieta ecc).

Considerate le numerose funzioni assolte dal retinolo, una sua carenza può determinare conseguenze –anche gravi- se non adeguatamente trattata. Ciò che appare in primo luogo evidente da un serie di studi, è che animali carenti di retinolo manifestano insufficienza surrenalica e ridotta formazione di glicogeno. Le conseguenze più rilevanti di uno scarso e/o insufficiente apporto di retinolo, sono principalmente:

La carenza di retinolo è fortunatamente rara nei paesi sviluppati, e riguardante principalmente pazienti affetti da sindrome da malassorbimento lipidico.

Le patologie sottese ad una carenza di retinolo riguardano, in primo luogo, l’assorbimento intestinale dei grassi. Uno scorretto assorbimento lipidico, infatti, conduce ad una riduzione dell’assorbimento di vitamina A, che è liposolubile, configurandosi come un importante fattore di rischio della carenza da retinolo. Esempi sono la diarrea cronica, la celiachia, la fibrosi cistica, alcune patologie pancreatiche e l’ostruzione dei dotti biliari. Gli interventi chirurgici eseguiti su intestino o pancreas possono avere lo stesso effetto.

I disturbi epatici possono interferire con la conservazione di vitamina A, dal momento che gran parte della vitamina A nell’organismo è immagazzinata nel fegato. La carenza di retinolo è comune anche nei soggetti che hanno sofferto di una grave carenza di proteine e calorie (denutrizione proteico-energetica) per lungo tempo. Gli stessi effetti indesiderati si verificano nei casi in cui venga seguita una dieta povera di vitamina A per lungo tempo, molto frequente nelle aree del mondo in cui non si consuma una quantità sufficiente di alimenti ricchi di vitamina A, come fegato di animali e pesce, ortaggi a foglia verde scuro, arancione e gialla e frutta di colore giallo-arancione, uova e latticini arricchiti.

Uno dei primi sintomi della carenza di vitamina A è la cecità notturna, causata da un disturbo della retina. Entro breve tempo, la parte bianca (sclera) e la cornea degli occhi possono diventare disidratate e spesse, una condizione definita xeroftalmia. La xeroftalmia è particolarmente comune nei bambini con grave carenza di calorie e proteine e, di conseguenza, anche di vitamina A. Nella sclera oculare possono formarsi dei depositi schiumosi (precedentemente citati come macchie di Bitot). La cornea disidratata può ammorbidirsi e deteriorarsi, causando cecità. La carenza di vitamina A rappresenta una causa frequente di cecità nei Paesi in via di sviluppo.

La pelle si disidrata e diventa squamosa, le mucose dei polmoni, dell’intestino e delle vie urinarie saranno caratterizzate da maggior spessore e rigidità. Il sistema immunitario sarà compromesso, il che aumenterà la probabilità di infezioni, in particolare nei neonati e nei bambini. La crescita e lo sviluppo dei bambini possono risultare rallentati.

Le conseguenze di un’eccessiva assunzione di retinolo sono più preoccupanti rispetto ad un eventuale sovradosaggio di β carotene; in particolare, un eccesso di vitamina A in gravidanza sembrerebbe poter dare un effetto teratogeno. Un eccesso di retinolo accumulato nel fegato può, invece, creare problemi di ipervitaminosi che possono provocare danni permanenti a fegato e milza.

Dosi superiori ai 300 mg provocano un’intossicazione acuta che si manifesta con sintomi quali nausea, vomito, emicrania, disturbi visivi e perdita di coordinazione del movimento. Dosi massicce per anni possono determinare la comparsa di una sindrome cronica con perdita di capelli, inappetenza, anemia, dolori muscolari e sintomi neurologici.

Come già accennato, il retinolo presenta importanti proprietà rigeneranti che ne giustificano l’utilizzo quale principale ingrediente di tanti trattamenti anti-age. Essendo infatti coinvolto nella sintesi di collagene ed elastina, le fibre che permettono alla nostra pelle di mantenere tono ed elasticità, garantisce una pelle più luminosa, liscia e omogenea, aiutando quindi a contrastare la formazione delle rughe di espressione superficiali. Cosmetici a base di questo ingrediente possono trattare pelli spente e opache donando un incarnato più fresco e giovane. Ma come agisce? Il meccanismo alla base delle proprietà rigeneranti della vitamina A risiede nella sua azione esfoliante, con conseguente rimozione delle cellule morte e l’agevolazione della sintesi di collagene ed elastina. Pare anche che il retinolo favorisca la rigenerazione cellulare e aiuti a contrastare i pori dilatati, a trattare la pelle a tendenza acneica e attenuare le macchie della pelle.

Per le ragioni sopraelencate,  un cosmetico a base di retinolo è sicuramente adatto a chi cerca un’azione di contrasto all’invecchiamento della pelle. Dal momento che esercita una lieve azione esfoliante, in genere se ne consiglia l’uso la sera prima di andare a dormire, oppure in abbinamento con una protezione solare molto alta se utilizzato durante il giorno. Per abituare la pelle del viso al retinolo sarebbe meglio inoltre iniziare con un’applicazione un paio di volte a settimana, per poi passare all’uso quotidiano. Il consiglio è di iniziare ad utilizzarlo durante la stagione invernale per arrivare poi in primavera con una pelle visibilmente rinnovata. Ciò che è importante sottolineare è che i benefici di un cosmetico a base di vitamina A non dipendono tanto dalla “quantità” di retinolo contenuto, ma dal suo grado di stabilizzazione e quindi dalla sua capacità di rimanere attivo.

Studi che si ritengono interessanti rispetto a quest’analisi hanno permesso di giungere a conclusioni importanti, così riassumibili: