Condilomi anali: cosa sono e come si curano

2022-12-07 16:38:38 By : Mr. keith wu

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I condilomi anali, chiamati anche condilomi acuminati, verruche veneree o creste di gallo, sono delle escrescenze di forma irregolare che interessano la zona intorno all’ano e possono riguardare sia le donne, sia gli uomini. 

Ma perché vengono? Sono pericolosi? Si possono curare? Lo abbiamo chiesto al dottor Mauro Montuori, chirurgo dell’Unità di Chirurgia Generale e Oncologica del Policlinico San Pietro e di Smart Clinic Oriocenter.

I condilomi anali sono causati dall’infezione da HPV (Human Papillomavirus), virus oggi più diffuso di quanto si pensi che si trasmette principalmente per via sessuale.  

“Esistono 120 specie di Papillomavirus, divise in 16 gruppi. Solo 9 però hanno un maggior rischio di portare allo sviluppo di neoplasie (ceppo 6-11-16-18-31-33-45-52-58) - spiega il dottor Montuori -. Nella maggior parte dei casi quindi il virus provoca infezioni non gravi, che possono anche regredire spontaneamente. In altri casi però possono causare lo sviluppo di lesioni, i condilomi anali appunto, che se non trattati possono degenerare in forme tumorali. 

Si stima che circa il 70% della popolazione entri almeno 1 volta nel corso della propria vita a contatto con l’HPV. Di questi, fortunatamente, solo una piccola parte sviluppa la malattia. Il rischio di contrarre un’infezione dopo un singolo rapporto completo con una persona HPV positivo è infatti di circa il 4%. Tra il contatto con il virus e la manifestazione dell’infezione possono passare anche molti mesi o alcuni anni”, continua lo specialista.

I condilomi anali si presentano con forma, colore e dimensioni variabili: 

“Anche la loro localizzazione può essere diversa e riguardare varie parti del corpo, sia maschile, sia femminile. Normalmente si sviluppano nella zona perianale, ma possono anche spingersi fino all’interno del canale anale raggiungendo la mucosa rettale.  Altre aree che possono essere interessate da queste lesioni sono: 

Solitamente asintomatici, i condilomi anali, con il tempo, posso causare prurito e bruciore, anale o perianale, e diventare palpabili durante l’igiene personale.

In caso di sintomi come quelli citati, o se si hanno avuto rapporti non protetti con persone affette dall’infezione, è indispensabile sottoporsi a una visita specialistica proctologica per inquadrare il problema e definire il trattamento più adeguato. 

“In associazione alla visita proctologia può essere utile effettuare anche l’anoscopia, esame che permette di osservare l’ultimo tratto del canale anale e ricercare eventuali lesioni che altrimenti non si potrebbero identificare. 

Diagnosticarli tempestivamente è molto importante perché, se non trattati per lungo tempo, possono trasformarsi in tumori dell’ano, patologia la cui incidenza, secondo le stime, è quadruplicata negli ultimi 20 anni e che nell’85% casi è associata proprio all’infezione da HPV”, avverte il dottor Montuori. Per confermare il sospetto clinico di condiloma è consigliabile anche l’esame istologico.

I condilomi anali possono essere trattati in modi diversi a seconda della sede, del numero e delle dimensioni: 

Per prevenire l’infezione da HPV e quindi il rischio di sviluppare condilomi anali, è estremamente consigliato utilizzare il preservativo per tutti i rapporti: vaginale, anale, e anche orale. Non garantisce una protezione del 100%, ma aiuta anche a prevenire altre malattie sessualmente trasmesse (Chlamydia, Gonorrea, Hiv, Sifilide, etc..). 

“La prevenzione si fa anche con la diagnosi precoce, che passa dall’esecuzione, in presenza di fattori di rischio, di: 

Le linee guida europee, in particolare, raccomandano, per le donne, regolari controlli tramite visita ginecologica e Pap test”.

Da qualche anno contro l’HPV, che peraltro è anche responsabile del tumore alla cervice nelle donne, è disponibile un vaccino. 

“Si tratta di un vaccino sicuro, diretto contro tutti e 9 i ceppi, dal maggior potere oncogeno (Ceppo 6-11-16-18-31-33-45-52-58). La vaccinazione è consigliabile anche a chi ha già avuto una esposizione al virus del papilloma, in quanto protegge verso ceppi ai quali la persona potrebbe non essere stata esposta”, conclude il dottor Montuori.

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